venerdì 3 settembre 2010

Sarebbero stati 100

Sarebbero stati 100 gli anni compiuti oggi, avremmo fatto una grande festa o almeno avremmo cantato in coro con tutti quelli che, in contemporanea, festeggiano altri anniversari in montagna.
Una parte di me è morta con te e la sopravvivenza è altalenante, sospesa tra difficoltà reali e surreali, trafficata da presenze e assenze. 
Tu adesso sai tutto quello che sono e che gli altri non vedono; tu puoi giudicarmi, riprendermi, solo tu hai il diritto di arrabbiarti e ricordarmi che c'è la vita, che c'è un Dio che ci guarda e che, a modo suo, ci protegge sempre e comunque.
Mi hai lasciato molto eppure io ti ho dato molto poco e non ha fine l'imbarazzo che provo quando penso a te che stai lassù; non ha neanche fine la speranza alla quale sono ancorata, il cui urlo arriva, a stento, alla meta.
Vorrei poter vivere della tua luce riflessa seppur io non ti consideri un angelo, come si fa di solito  con le persone care che abbandonano questa terra. 
Perdonami, tu sei mia nonna e anche se io non ho saputo guardare bene e ho vissuto da nipote non ancora "formata", il vuoto non si riempie neanche con i ricordi, rimane lì dove sei tu e senza chiedere perché, mi arrendo ad uno stupido dolore invisibile.

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