mercoledì 8 settembre 2010

La sottile linea tra attesa e curiosità

Ho nella testa una grande mela, con tanto di morso (già avvenuto) e simpatico vermiciattolo che attende sentenza.

Quale potrebbe essere la priorità?
1: sapere da dove proviene la mela?
2: chi l'ha morsa?
3: interrogare il vermiciattolo?
4: chi ha messo la mela nella mia testa?

Eppure qualcosa mi dice di aspettare, perchè si ritorna sempre sulla "scena del crimine". 
Inoltre, è giusto che ogni cosa abbia il suo tempo, è giusto valutare quello che si riceve per capire se è un dono o un "pacco bomba". Perchè dunque soffermarsi a ipotizzare? E poi, se occupassi tutto il mio tempo per una mela (che è un oggetto relativamente piccolo- seppur concepito in maniera astratta- rispetto alla montagna che sto scalando) rischierei di marcire con essa.

C'è una bella differenza tra aspettare una risposta e volerla cercare, esattamente come esiste la stessa differenza tra cercare qualcosa per mera curiosità o per ossessione. Si ritorna così alla vecchia "via di mezzo": la più trafficata, e nello stesso tempo, la più odiata perchè tutti vogliono tutto e subito - a me non è concesso per un inspiegato, ma comunque accetto, contratto divino (vada per l'accettazione, ma il dubbio è lecito)
Paradossalmente chi aspetta, prima o poi soffre, si stanca e perde anche un po' di lucidità; chi corre, invece, rischia di trovare e perdere subito il risultato della scoperta. 
Questa riflessione rischia di allargarsi pericolosamente, arrivando a toccare argomenti ancora più grandi (la giustizia, il caso, etc etc).

Stiamo ai fatti: io, la mela, il vermiciattolo, e le due incognite, il "colpevole" e il TEMPO.

................E' POSSIBILE AVERE UNA RED BULL???

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