domenica 10 aprile 2011

L’amicizia ai tempi della concorrenza


Libera e improvvisa associazione mentale col titolo “L’amore ai tempi del colera”, ovviamente la sostanza è un po’ diversa.
Un “difetto di produzione”, chiamiamolo indole personale, prevede l’acuirsi recente della mia capacità d’osservazione in rapporto con l’amato e torturato tema dell’amicizia. Già da qualche mese allo scoprire un mondo diverso da quello del giallognolo Mulino Bianco, si è palesata davanti ai miei occhi la cruda e nuda realtà: sugnu futtuta i testa ma ho una neonata e SIMPATICA coscienza da outsider nel seguire fiduciosamente il sano e vecchio intuito. Sì, NEI SECOLI FEDELE!!
Il discorso ruota tutto intorno alla secolare filosofia del “pensare e agire con la propria testa” in tempi in cui la concorrenza non è solo un fatto imprenditoriale.
Ho fatto una ricerca approfondita (anche sulla mia pelle) e sembra che in presenza di due elementi concorrenti si deve necessariamente andar per selezione di uno dei due/tre etc...(e comunque sempre includendo effetti collaterali).
Esempio?? All’università, la scelta di uno o di un altro professore per scrivere una tesi (triennale,magistrale o dottorato, non fa differenze) può scatenare una reazione a catena in cui la vittima è sempre lo studente. Dove sta l’elemento “concorrenza”? Nella bramosa voglia di avere più “studepti” (studenti+adepti) sotto la propria ala (sia la concorrenza una forma di edonismo O_o???). Fortuna che non tutti i professori son fatti così e sempre BEATA e BEOTA fortuna vuole che io abbia conosciuto i migliori (e di questo ne vado fiera).
Idem con sedano (lasciamo stare per una volta le patate) in amore: la concorrenza si mescola ad un /mi:cs già alquanto esplosivo, di gelosia, menefreghismo, creatività e tempestività (perché vige la legge I Ku ll’avi kkiu rossu= di chi ce l’ha più grosso, e non ci son banali riferimenti anatomici).
Insomma non ci sto, non concepisco e forse, più semplicemente, non accetto una cosa del genere anche perchè, ai giorni nostri non c’è più sana concorrenza, non c’è spirito sportivo (guardate l'INTER ;-)), spirito di solidarietà e comunità, lo spirito….SPIRITU, quello che in Italia è conosciuto comunemente (T.I.S. -> Terronia Imperat Semper) come alcool disinfettante, che pulisce le ferite, toglie l’inchiostro dalle carte e consente di far della tua mano una fiaccola umana senza bruciature (anni di magia rovinati spiattellati così).

Mi chiedo, sempre banalmente: è ritornata forse quella che agli inizi del secolo scorso, Hermann Broch definì “gaia apocalisse” (intendendo sarcasticamente il crollo totale dei valori in Austria)? Cosa resta di buono in questi “tempi bui”? 
Potrei dire, speranzosa, che resta la curiosità, la telepatia, la comunione spirituale di persone che bene o male, nel bene e nel male, si incastrano e legano, si confrontano anche con un pizzico di timore; la condivisione e il desiderio di non atrofizzare la propria mente ma continuare ad ascoltare e a imparare da chi è più grande (e da chi è più piccolo). E’ giusto andar oltre le apparenze, è giusto constatare la veridicità di luoghi comuni e stereotipi e poi, per quel che mi riguarda, è sacrosanto dare agli altri la possibilità di farsi conoscere, indipendentemente da tutto; il bene (e in esso, amicizia e amore) è intelligente e acuto, può al massimo rimaner stordito solo nel caso in cui uno dei due concorrenti sia meno pratico con la genuinità.


Il presente articolo è frutto di una veloce quanto profonda revisione dei miei ultimi 10 mesi di vita vissuta, ringrazio Chi da lassù sta facendo vedere qualcosa di diverso, in me e nelle persone con le quali mi confronto ogni giorno!

1 commento:

Anonimo ha detto...

A pensarci bene hai ragione, io a prescindere vado sempre dove c'è serenità, senza per questo dover necessariamente scegliere (e quindi prendere uno e non due) Buona settimana

Fabio