sabato 10 settembre 2011

e guardo Reggio da un oblò

Reggio Calabria è un fiume in piena ogni anno per festa Madonna! Gente che aspetta, gente che cammina, gente che è a'menz e peri, gente che sostiene e afferma, più o meno onestamente, la propria fede. E' qualcosa che non si può spiegare (sia la fede sia la costanza calabrese) e non si può capire a meno che non si veda con i propri occhi e non si senta con le proprie orecchie! 

Non voglio fare evangelizzazione, per l'amor di Dio, so però che è davvero difficile non percepire l'emozione che si respira per le strade reggine ogni secondo sabato di settembre; dubito persino che anche un cuore di pietra non si smuoverebbe: una vampatina, un principio di tachicardia, un sussulto interiore scatta naturale anche e soltanto nel rispetto di una tradizione secolare!


Per problemi di natura pratica ero a casa stamani, ma ho seguito comunque la processione in tv e per la prima volta ho visto tutto da una prospettiva nuova e Dio solo sa quanto io ami le prospettive!

Son rimasta sorpresa nel vedere, ad esempio, come gli uomini reggini siano stati più propensi nel rilasciare commenti a una paziente inviata sul campo (e per spezzare una lancia in favore dell'uomo, affermo che la giornalista non era in tenuta da top model e quindi non poteva esercitare chissà che tipo di fascino). Molte donne, invece, giravano lo sguardo altrove e rispondevano alle domande della giornalista ripetendo la formula interrogativa e aspettando la fine di quella mini intervista; mi hanno fatto ricordare gli esercizi sulla struttura della frase che facevo in lingua inglese: le risposte alle domande dovevano comprendere parte della struttura principale e non un banale "Yes, it is/No, it isn't".
Ho notato poi la grande partecipazione giovanile che non è così scontata per come si può immaginare. Di sicuro, la parte più "curiosa" è stata sentire i discorsi ben articolati dei "nostri" politici (complice forse il caldo ) che rappresentando la città e i comuni, alla fine cadevano sempre dal pero e svelavano subliminalmente l'eterna legge i ku ll'avi kiu rossu che stranamente non rispecchia, nei fatti, alcune dichiarazioni catastrofiche ri reggini.
In un servizio a parte sempre loro, i politici, hanno dichiarato il loro impegno nel riportare in auge quello che era lo spirito della festività  di una volta e che adesso non si sente più perchè è stato associato tristemente ad altri eventi concomitanti: Notte bianca, fuochi, bancarelle, giostre. Da qui è partito lo slogan "E' festa Maronna non festa ru satizzu"....che approvo in pieno!!
.............Mi chiedo soltanto perchè, sull'onda di questa rinnovata religiosità proprio il sindaco non abbia abbandonato la fascia onoraria per mettersi sotto la Vara e dare il buon esempio, lui che, a quanto ho capito, era uno dei portatori! (se non è così chiedo scusa in partenza, ma dalla dichiarazione fatta ieri ha lanciato il mistero sulla sua possibile postazione in processione). 


Chiedo venia, di solito non faccio questi discorsi, non mi dilungo mai cosi tanto; di solito non mi impiccio di queste cose, ma sentire certe parole e vedere certi sorrisi ha disegnato sulla mia pelle una serie di punti interrogativi!
Speriamo che la nostra festività rincari la dose di quel raro fenomeno che è l'illuminazione delle menti!

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