sabato 27 luglio 2013

Il ricamo ultraterreno

...lo ammetto io e i lavori artistici manuali non andiam molto d'accordo! Mi fa piacere guardare lavorare le persone e vedere cosa e come creano, basandosi su schemi e fantasia, ma nonostante sia figlia e nipote di sarte e ricamatrici sopraffine...io con ferri/uncinetto et similia...stiam messi proprio male!Il bottone della camicia lo so cucire però...magra consolazione!
Ultimamente son entrata in contatto con questo fantastico mondo e non posso fare a meno di pensare che ci sia proprio lo zampino di mia nonna in tutto questo, per questo motivo la mia curiosità non si ferma e mi porta a continuare questo strano percorso. Ho una "C" fissa in testa, che era poi la lettera con la quale mia nonna, sempre lei, firmava i suoi lavori e poi ancora ritagli di ricordi di quando mia madre col suo uncinetto, creava centrini, coperte e via dicendo...adesso non ha più il tempo o forse è proprio la testa che non ha quella serenità tale da consentirle di curare questo suo hobby!
Mi domando solo se tutto questo interagire indirettamente col mondo del ricamo, prima o poi si rivelerà un'eredità da rivalutare....

martedì 23 luglio 2013

Muzik

Bellissima!!!

venerdì 30 novembre 2012

La Profezia della Croce - B.Napier



Un thriller che di thrill non è così colmo, il quarto romanzo di Bill Napier si presenta con un titolo ghiotto ed un intreccio interessante perchè spazia diversi settori scientifici e non, eppure poteva dare molto di più, un po’ come quando a ricevimento genitori la maestra loda e riconosce il potenziale di uno studente, facendone tuttavia notare l’atteggiamento troppo discontinuo.
Partiamo dal presupposto che “La Profezia della Croce” non è probabilmente la traduzione più adatta – semanticamente parlando – rispetto al titolo originale del libro, “Shattered Icon“ che tende più a sottolineare un manufatto infranto o distrutto (anche nel corrispettivo americano “Splintered Icon“). Nella versione italiana, quindi, il lettore è rapito da quella “profezia” legata alla Croce, e si pone domande sugli effetti che possano esserci; poi, però, resta un po’ deluso: della profezia, come nel caso dell’elemento thrill, non resta che l’ombra. Di sicuro la frammentarietà è un fattore presente nel testo, suddiviso sia in tre parti che in capitoli, con tanto di salti temporali e ritmo molto, molto alto.
Tutto ha origine da alcuni racconti su una cospirazione del XVI°secolo inerenti alla spedizione Roanoke, quella con a capo il leggendario Sir Walter Realeigh verso il Nord America; da questo spunto Bill Napier costruisce la sua trama e la condisce con macchinazioni che richiamano studi di calendari antichi e conseguenti codifiche, il classico omicidio del magnate proprietario di un’importante manufatto, legato al nascondiglio di una reliquia, che dovrà essere tradotto e via via si susseguono tutte le azioni che l’esperto di libri antichi, Harry Blake, dovrà fare, sostenuto dall’amica esperta in mappe nautiche e dalla frizzante figlia del magnate. L’obiettivo è ovviamente quello di scoprire quanto più possibile del manufatto, custodirlo e difenderlo affrontando le diverse forze antagoniste,  governi, eserciti e servizi segreti.
Tutto qui? Non ancora, perchè proprio seguendo le azioni di Blake & Co. scopriremo che il manufatto altro non è che una parte del diario di bordo di un clandestino imbarcato su una delle navi della spedizione di Raleigh, ed attorno al quale Napier costruisce capitoli su capitoli, staccandosi dalla trama principale e creandone una parallela; nonostante questo e dato anche il ritmo veloce, elevato addirittura in alcuni punti, si perde il piacere della lettura e del gusto dei dettagli. Anche l’aspetto immaginativo di alcune azioni viene difficile, per cui è normale ipotizzare che, sullo schermo, le stesse non passerebbero di certo inosservate, per cui una trasposizione cinematografica sarebbe molto interessante da vedere.
In sintesi la formazione di Napier, scienziato specializzato in astronomia, si sfoga in questa congiuntura narrativa, intrecciando dati e vicende; passando dalle vicissitudini della codificazione del manufatto, delle contrattazioni per accaparrarsene, alle avventure nautiche del clandestino con tanto di scorci di planetologia.
Buona base di partenza ma convinzione poco sostenuta.

D. L. su FunNavigator

mercoledì 7 novembre 2012

L'educazione delle Fanciulle




Due signore, anzi signorine - proprio come direbbe anche Anna Marchesini sotto le mentite spoglie di uno dei suoi personaggi più simpatici - italiane,  si incontrano e "scontrano" a suon di prospettive su temi e differenze "barbare" che nel tempo hanno segnato e cambiato usi e costumi in rosa: il bon ton, l'economia domestica, i rapporti umani, ma anche le abitudini più scontate.
L'Educazione delle Fanciulle è un testo incredibilmente visivo e uditivo, nel senso che porta facilmente il lettore a origliare indisturbato i lunghi scambi di vedute delle due protagoniste, scenograficamente sedute davanti ad un buon caffè o the, o magari messe lì, l'una accanto all'altra, in sala trucco prima di qualche spettacolo. Parlano, ricordano e parlano ancora di tutto quello che si faceva e che adesso non si fa più, di eventi vissuti e confrontati con una realtà quasi opposta, di esperienze al limite del comico e anche un po' dell'assurdo; di luoghi comuni sfatati e non sfatati sull'amore, sugli uomini, sul rapporto genitori- figli, sul matrimonio e sulla convivenza (con tutti gli annessi e connessi). Quasi inconsciamente le due "signorine" riescono a creare una linea temporale della crescita e dell'evoluzione femminile che ricorda l'ingenua ignoranza di un tempo e colora l'era della libertà di parola: si ironizza sull'inspiegata ipertendenza retrò ad accettare e sopportare tutto e tutti senza proferir parola che ben poco ha a che vedere, oggi, con la conquista della linea di confine oltre la quale una donna può permettersi finalmente usare un bel "Vaffa!" (meditate, se potete, sull'elogio della parolaccia, pagg.61,62), senza sembrare eccessivamente volgare e oltraggiosa.
Quello della Littizzetto - Valeri è un dialogo di percorsi di vita diversi ma uniti dal buon senso che rimane costante; tête-à-tête con piccoli paragrafi di approfondimento e consigli pratici (eccezionale il decalogo dell'economia domestica firmato Littizzetto; finemente sagace il paragrafo sulla "noia" della Valeri), legati tra loro da parole chiavi e associazioni mentali fresche. Si parte dall'estrazione sociale, si arriva al come ci si ritrova donne adesso, passando per le fasi ovvie: ragazza, amica, fidanzata, moglie, mamma....suocera! Ricordi ed esperienze personali diventano dei mini racconti esemplari e colorano la lettura: ritornano a galla  i primi fidanzati, i primi baci e appuntamenti, le speranze e le difficoltà naturali e  tutte quelle verità che vincono e convincono solo se dette col sorriso e che solo le "fanciulle" possono capire fino in fondo.
 Il concetto educativo era: è sempre troppo presto per sapere le cose della vita - F.V.
Il tocco elegante e arguto della Valeri controbilancia quello frizzante e pimpante della Littizzetto e l'unicum che ne viene fuori pesa esattamente quanto una buona e lunga risata che segue alla fatidica e risolutoria affermazione che "non ci sono più i tempi di una volta"...per fortuna o purtroppo, con qualche piccola eccezione...
Però le mamme son sempre le stesse nei secoli. Sono un po' come i senatori a vita. Una volta elette continuano a governarti per sempre. Dal seggiolone fino alle soglie della demenza...tua, naturalmente! [...] Ti ossessionano con le raccomandazioni tipo «Non scendere dal treno prima che sia veramente fermo» - L.L.
Certo, trattandosi di una vera e propria discussione a tema, la scrittura a volte può sembrare un po' contorta e addirittura frenetica, ma nel complesso è un libro genuino che cattura il lettore, magari lasciandolo a volte con il triste e amaro risolino della cruda realtà dei fatti.

D.L. su FunNavigator

venerdì 5 ottobre 2012

Una mezza penna per Whitney!


Winter storms have come / “Le pioggie d’inverno son arrivate
And darkened my sun / oscurando il mio sole
After all that I’ve been through / dopo tutto quello che ho passato
Who on earth can I turn to? “/ a chi diavolo posso rivolgermi?”

Avviate il lettore di YouTube e realizzate bene quello che state ascoltando. Si tratta di “I Look To You“, brano portante dell’ultimo album di Whitney Houston, ma in una versione inedita, un duetto registrato, riposto nel cassetto delle sorprese e svelato un paio di giorni fa da R. Kelly, autore della traccia oltre che amico della grande ed indimenticata interprete della musica. Ironia della sorte, sono proprio i versi di “I Look To You” a rispecchiare l’umore di tanti che hanno amato, capito, perdonato e che continuano ad ascoltare ed immaginare Whitney lì, in quel paradiso musicale riservato solo alle leggende. C’è una malinconia, percepibile nella featuring con R. Kelly, che lacera un po’ i fan (e non solo): non è mai così semplice poter esprimere le reazioni anche fisiche, quando si ascolta una produzione di questo calibro. Il cantante e produttore americano ha potenziato una ballad che già di suo ha avuto un enorme successo,semplificando l’arrangiamento e lasciando lo spazio solamente al dialogo delle due voci; l’aggiunta del messaggio finale è quella che pone la consueta ciliegina sulla torta: “We love you Whitney, rest in peace“.
I Look To You” (l’album) ha segnato il miglior debutto in classifica per la Houston, legando bene un misto musicale tra Pop e R&B; non poteva essere diversamente, viste anche le importanti collaborazioni che hanno preso parte al disco: da Alicia Keys - che ha firmato il singolo “Milion Dollar Bill” – a Diane WarrenAkon e, per l’appunto, R. Kelly.
L’inedita versione del singolo omonimo sarà l’elemento in più che troveremo in “I Will Always Love You – The Best of Whitney Houston“, album che arriverà il prossimo 13 Novembre. Si tratta del primo Greatest Hits dalla morte della cantante, non certo il primo della carriera: “soltanto” 18 brani, alcuni dei quali rimasterizzati, con ben 5 tracce extra, nella fattispecie i duetti i storici
Andando a ritroso nel tempo, sin dal ritorno sulle scene della Houston – nel 2009 – passando per il World Tour, fino alla morte, se ne son dette di tutti i colori: critiche positive, negative, quelle che in fondo ci si aspetta sempre quando si è davanti a un personaggio pubblico di un certo peso e con una “certa” voce. A 8 mesi dalla sua scomparsa, non si può certo metterla nel dimenticatoio come una qualsiasi cantante, come si potrebbe?
Alla notizia dell’uscita del “Best Of” e alla sorpresa della registrazione inedita, si aggiunge un altro carico in arrivo in Italia il 6 Dicembre: “Sparkle“, remake dell’omonima pellicola del ’76 ad opera del regista Salim Akil, ultima performance nella quale Whitney – per l’ennesima volta “ironia della sorte” – recita e canta brillantemente, a 15 anni dal precedente ruolo in “The Preacher’s Wife” (“Uno Sguardo Dal Cielo“) e a ben 20 anni dal debutto storico in “The Bodyguard“.
La pellicola ricalca la storia delle Supremes – pop soul band al femminile degli anni ’60: la ricerca del successo, l’apice e il declino; il tutto con un riflettore in più sulla figura della talentuosa Sparkle, interpretata dalla cantante Jordin Sparks(vincitrice di American Idol nel 2007), la più giovane delle sorelle e figlia di Emma, la nostra Whitney, madre accorta e premurosa, proprio come nella realtà. Tra gli attori/cantanti c’è anche il roboante soul rapper Cee Lo Green.
Mettendo da parte l’aspetto scenico e trattando solo quello musicale, la colonna sonora del film vede ben 2 brani cantanti dalla Houston (ricordando che non è attrice protagonista): “Celebrate” - brano R&B midtempo cantato proprio con la Sparks e prodotto dal solito R.Kelly – e “His Eye Is On The Sparrow, toccante inno gospel interpretato come solo Whitney sa fare.
La sua voce si sarà pur spenta, ma sicuramente nessuno può e potrà toglierci il ricordo delle emozioni che anche una semplice registrazione riesce a filtrare.
We love you Whitney, Rest In Peace! 

Autore D.L.
Fonte

giovedì 27 settembre 2012

Strulla che ti frulla?

Prendete un frullatore e metteteci dentro un paio di parole, verbi principalmente, tipo: fare, sognare, intuire, tagliare, perdonare, volere, desiderare, avvicinare, viaggiare, deludere, conoscersi, ingannare. Conditele con una buona dose di pazienza, attesa, sorriso, stanchezza, cura, scrittura, sale e pepe q.b., e via, Avviate il minipimer a doppia velocità per 5 minuti.
Uscirà un impasto denso da mettere in teglia e infornare a 180 gradi per 3 ore. Il risultato? Mi verrebbe da dire:


 "UNA BEATA MINCHIA" 

ma per esser più delicata e charmante, userò la parola KITSCH e non mi riferisco a una di quelle ghiotte torte/tortine buone da mangiare e gustare in compagnia, bensì proprio il termine tedesco con il quale si intende qualcosa di svenevole e patetico, anche un po'...nguacchiato se vogliamo. 


Eccomi di nuovo nella veste che meglio mi compete, quella della "burdellaire" (dialetto francesizzato) mentale.
Non mi devo arrendere, me la posso giocare, devo reagire, mi lacero dentro (e facendo intristisco le persone che mi stanno accanto) e io sto ascoltando tutti - ok ci sta un "belli buoni e brutti" :) - dal primo all'ultimo, eppure...l'espressione vincente resta sempre quella di un paio di anni fa: "Tu sei tutto e sei niente"....mitica come mitica era la persona che me lo disse. Lasciando la mitologia al tempo che fu, pur rendendo onore alla "storia", il presente è quello che fa più paura....e ironia della sorte, una volte questa fobia era più rivolta al futuro. Adesso fanno molta più paura i silenzi che incombono, le parole che non ci sono, o meglio, quelle che è inutile dire perchè non cambiano situazioni nè le migliorano.
Si, probabilmente il mio umore ferisce chi mi sta accanto, anche se non credo di essere così condizionante per gli altri; a parte ciò il rischio, quello notevole, arriva sempre per vie oniriche: "Mi preoccupo del fatto che resti senza musica!".........ho paura di poche cose nella mia vita.....e questa è una di quelle!


lunedì 17 settembre 2012

Chiedere e pensare = l'olio e l'acqua


"Il segreto è sapersi adattare a questa vita e mai confondersi con essa: è come se tu mettessi un po' d'olio in un bicchiere d'acqua, non si mescolano" 


Ci si chiede il perchè dei comportamenti degli altri ma non si pensa realmente alla prospettiva o in termini semplici: non sempre si è disposti a vestire la vita altrui. E poi...perchè mai farlo?




mercoledì 25 luglio 2012

Il peso dei sogni e dei sorrisi


Dicevano che i sogni son realtà e chi sorride è padrone del mondo, mi domando dunque: se uno sorride nei sogni o ha un sorriso trasognante?

sabato 30 giugno 2012

A.P. --> Ad Personae


Tra i nuovi sapori che raccolgo qualcuno è davvero imprevisto, qualcuno è vintage (ma non per questo da buttare) qualcun altro è sempre fresco, come una costante. Con Te, come con le persone, è sempre tutta una questione di fede, di intuizione e comprensione, saper leggere tra le righe, aspettare e accettare quel che appare, riceve e dare quel che si può senza pretendere, anche se di questi tempi è così difficile non farlo. 
Tra le cose che avrei da dire, da raccontare, da sfogare c'è di mezzo il "saper interpretare" e leggere le situazioni, i messaggi che arrivano attraverso diversi "canali". Nonostante il bisogno o la naturale necessità comunicativa, imparo la lezione migliore ascoltando, qualcosa decisamente più forte di tutto il resto, che compensa la foga dei pensieri e spesso li frantuma proprio con un semplice gesto.

...Che poi, alla fine, tutto quello che avrei da dire potrebbe anche annoiare, appesantire e allo stesso modo farmi capire chi si ferma alla porta, chi alla finestra, chi bussa, chi entra....insomma chi c'è e chi ci fa!


Forse, è proprio tutto questo parlare e pensare a farmi male. Allora mi "accontento" dei momenti "miracolosi", quelli che mi sorprendono, mi anticipano, mi spiazzano...quelli che arrivano dalle intuizioni e dalle emozioni e anche quelli che non arrivano e mi suggeriscono che forse qualcosa o qualcuno s'è perso per la strada.
Si è sempre davanti a una scelta che ha a che fare con la fede, col credere e inevitabilmente con l'affidarsi e sperare che le distanze non rovinino niente. 
Nel caos solitario di una mente instabile.....ringrazio la compagnia che riscopro e per la quale gioisco ogni santo giorno. 



Non temere questo umore  
Ti farò capire 
Che non è per te che son matta 
e costruisco castelli di sabbia 

Se do di matto, non preoccuparti 
Non significa che non ti voglio accanto 
E' la storia mia e tua 
E si chiama 



Fede! 
Sarò proprio accanto a te 

Fede!
Prendimi così come sono e abbi fede! 


Così tante volte, e in tanti modi,  
Non sapevo dove andare
Mi hai dato un segno e hai aperto i miei occhi
ecco perchè so che 

Sei diverso, sei ancora qui
Credo che tu mi abbia capita allora
adesso so che ce la potremo fare 

questa è 


Fede! 
Sarò proprio accanto a te 

Fede!
Prendimi così come sono e per favore abbi fede!  


Allora non temere di sentirti cosi 
Ascoltami bene
Resta 

E questa è 


Fede! 
Sarò proprio accanto a te 

Fede!
Prendimi così come sono e abbi fede! 

martedì 12 giugno 2012

non-sense

....e mi soffermo a pensare che ci deve essere un motivo preciso per cui le cose continuano a (ac)cadere: le forze vengon meno, poi si riprendono, poi ricrollano e poi ancora una parola amica basta e avanza per portar a termine la giornata.....ma...si può davvero arrancare così?
Forse sto sbagliando e/o forse mi sto preservando....chi lo sa....



Duchamp, Marcel: The Passage from Virgin to Bride (1912)

domenica 27 maggio 2012

...no words

E poi scopri che non c'è tregua: maggiore è l'impegno, immenso è il percorso che ti allontana.....
e si perdono le parole...


venerdì 20 aprile 2012

domenica 12 febbraio 2012

and I will always remember

chi mi ha portato alla musica.....chi mi ha portato agli studi che ho fatto....




.
I'm wiser now
I'm not the foolish girl you used to know
So long ago
I'm stronger now
I've learned from my mistakes which way to go
And I should know
I put myself aside to do it your way
But now I need to do it all alone

And I am not afraid to try it on my own
I don't care if I'm right or wrong
I'll live my life the way I feel
No matter what I'll keep it real you know
Time for me to do it on my own
Yeah yeah, mmm, yeah yeah

It's over now
I can't go back to living through your eyes
Too many lines
And if you don't know by now
I can't go back to being someone else
Not anymore
I never had a chance to do things my way
So now it's time for me to take control

And I am not afraid to try it on my own
I don't care if I'm right or wrong
I'll live my life the way I feel
No matter what I'm gonna keep it real you know
Time for me to do it

Oh I start again go back to one
I'm running things my way
Can't stop me now, I've just begun
Don't even think about it
There ain't no way about it
I'm taking names, the ones of mine
Yes I'm gonna take my turn
It's time for me to finally stand alone, stand alone

I am not afraid to try it on my own
And I don't care if I'm right or wrong
I'll live my life the way I feel
No matter what I'm gonna keep it real you know
It's time for me to do it
See I'm not afraid

martedì 7 febbraio 2012

nobody knows everyone speak loud

E' un uragano la testa quando ci si mette e chi si trova davanti rischia di esser spazzato lontano, a miglia di distanza! A dirla tutta, proprio come ho scritto stasera a un'amica, la mia testa è un mix tipo sangria....con l'unica differenza che lo stato di ubriachezza che può provocare non alleggerisce la mente, per questo è meglio non andare oltre il primo bicchiere!
Son giorni di neve, di freddo e di grandi stronzate quelle di questo febbraio 2012, mi riferisco alle affermazioni politiche affibbiate alle categorie giovanili e anche se ho quasi trentanni non ho capito perchè mi debba estromettere proprio adesso da questa categoria -.-.
Sfigati, mammoni, ballerini acrobati itineranti del lavoro......cazzo abbiamo un futuro garantito al Cirque du Soleil e non lo sapevamo! Forse la sto prendendo troppo male, ma quando guardo mia nipote mi chiedo dove arriveremo e come crescerà lei, come posso dirle che nella vita può ottenere quello che vuole, quando io per prima so che non è così? Sì, la sto decisamente prendendo male e allora diamo spazio all'angolo del delirio, quello delle freddure o quello delle associazioni mentali che mi escono tanto bene!
Non scrivo da un po' qui sul blog ma solo perchè mi son messa a scrivere di musica su un bel portaluccio (ehm...faccio pubblicità??? naaaaaa però se provaste a cercare amolamusica....forse....); questo placa le turbe e mi fa pensare che in un modo o nell'altro mi ritrovo sempre a sbattere col primo amore, si quello che non si scorda mai, e come potrei??? E' proprio la musica che fa da punto d'appoggio; avete presente i modellini degli scheletri che si trovano dai medici? Ecco io mi sento un po' come lo scheletro e la musica è il palo che sorregge il manichino....ehm...ok da un'altra prospettiva potrebbe sembra che io sia attaccata a un palo.........

......ecco...il delirio sta funzionando e Virginia Woolf mi inviterebbe volentieri a prendere un tè con lei, al faro! (brutta questa!!!).
Uff a volte prende proprio così, a volte vedo altri occhi che mi guardano con shock se non addirittura con compassione e mi assalgono i dubbi....non sugli altri, figuriamoci, altrimenti che gran testa di minchia sarei?
Però mi darebbe noia sapere che do noia, perchè cerco di tener sempre abbastanza lontano dai miei problemi, no, dai miei pensieri negativi, le persone care e magari sbaglio magari evito di dare la parte spiacevole di me! Devo fare quello che sento.....e in questo momento quello che sento è questo

venerdì 23 dicembre 2011

Do they know it's Xmas?

Eccomi qui, seduta sul letto a mo' di indiana e con un'improvvisa voglia di scrivere!
Mancan 2 giorni a Natale e 8 alla fine di questo 2011 che pare sia l'"ultimo" per eccellenza con tanto di apocalittiche declamazioni: i Maya, i miei 29 anni, la mia carriera universitaria, la mia indipendenza senese, insomma pare poco e invece...
Strizzando ironicamente l'occhiolino ai veggenti messicani inizio a respirare l'aria festiva nel momento in cui osservo mia madre nell'eterna lotta tra calamari e ripieno: uno spettacolo che aumenta anche l'appetito e vale molto più di un pandoro/panettone in tavola!
Mi astengo su"'essere più buoni", espressione che vale esattamente come la festa di San Valentino, ovvero un par di balle o meglio il ballo dell'incoerenza degno di questi tempi; penso invece al fatto che di sicuro il mio Natale sarà diverso da quello dell'anno scorso, migliore, decisamente più sano. Cosa me lo fa capire? Il fatto che oltre ai calamari ci sarà un frittone misto e tanti ma taaaaaaanti gamberoni gratinati *_*
Ma sì, pensiamo a mangiare piuttosto che farsi mangiare dai pensieri....tanto quelli, gratinati, saltati, tonnati o in umido hanno sempre lo stesso sapore!
Con questo non voglio essere dissacrante nei confronti di una festività che è religiosa in primis, magari molti non la pensano come me e io non son nessuno per spiegare come un cristiano percepisce e vive dentro di se il Natale, posso soltanto dire che ho provato sulla mia pelle poche cose ma profonde, ho creduto e riconosco l'importanza della presenza di Chi sta lassù (nonostante sia io la prima a non esser costante ultimamente). Sant'Agostino diceva "credere per capire"...tre parole per risolvere molte cose, sì, perchè quando tutto sembra confuso, senza speranza, senza pace, il punto fermo c'è, basta aver gli occhi per vederlo e meravigliarsi di come colleghi tutto quanto: cuore, mente, affetti, desideri e ti si apre il respiro.