Prendete un frullatore e metteteci dentro un paio di parole, verbi principalmente, tipo: fare, sognare, intuire, tagliare, perdonare, volere, desiderare, avvicinare, viaggiare, deludere, conoscersi, ingannare. Conditele con una buona dose di pazienza, attesa, sorriso, stanchezza, cura, scrittura, sale e pepe q.b., e via, Avviate il minipimer a doppia velocità per 5 minuti.
Uscirà un impasto denso da mettere in teglia e infornare a 180 gradi per 3 ore. Il risultato? Mi verrebbe da dire:
ma per esser più delicata e charmante, userò la parola KITSCH e non mi riferisco a una di quelle ghiotte torte/tortine buone da mangiare e gustare in compagnia, bensì proprio il termine tedesco con il quale si intende qualcosa di svenevole e patetico, anche un po'...nguacchiato se vogliamo.
Uscirà un impasto denso da mettere in teglia e infornare a 180 gradi per 3 ore. Il risultato? Mi verrebbe da dire:
"UNA BEATA MINCHIA"
ma per esser più delicata e charmante, userò la parola KITSCH e non mi riferisco a una di quelle ghiotte torte/tortine buone da mangiare e gustare in compagnia, bensì proprio il termine tedesco con il quale si intende qualcosa di svenevole e patetico, anche un po'...nguacchiato se vogliamo.
Eccomi di nuovo nella veste che meglio mi compete, quella della "burdellaire" (dialetto francesizzato) mentale.
Non mi devo arrendere, me la posso giocare, devo reagire, mi lacero dentro (e facendo intristisco le persone che mi stanno accanto) e io sto ascoltando tutti - ok ci sta un "belli buoni e brutti" :) - dal primo all'ultimo, eppure...l'espressione vincente resta sempre quella di un paio di anni fa: "Tu sei tutto e sei niente"....mitica come mitica era la persona che me lo disse. Lasciando la mitologia al tempo che fu, pur rendendo onore alla "storia", il presente è quello che fa più paura....e ironia della sorte, una volte questa fobia era più rivolta al futuro. Adesso fanno molta più paura i silenzi che incombono, le parole che non ci sono, o meglio, quelle che è inutile dire perchè non cambiano situazioni nè le migliorano.
Non mi devo arrendere, me la posso giocare, devo reagire, mi lacero dentro (e facendo intristisco le persone che mi stanno accanto) e io sto ascoltando tutti - ok ci sta un "belli buoni e brutti" :) - dal primo all'ultimo, eppure...l'espressione vincente resta sempre quella di un paio di anni fa: "Tu sei tutto e sei niente"....mitica come mitica era la persona che me lo disse. Lasciando la mitologia al tempo che fu, pur rendendo onore alla "storia", il presente è quello che fa più paura....e ironia della sorte, una volte questa fobia era più rivolta al futuro. Adesso fanno molta più paura i silenzi che incombono, le parole che non ci sono, o meglio, quelle che è inutile dire perchè non cambiano situazioni nè le migliorano.
Si, probabilmente il mio umore ferisce chi mi sta accanto, anche se non credo di essere così condizionante per gli altri; a parte ciò il rischio, quello notevole, arriva sempre per vie oniriche: "Mi preoccupo del fatto che resti senza musica!".........ho paura di poche cose nella mia vita.....e questa è una di quelle!